giovedì 27 marzo 2014

Castelli infranti

Leggevo. Montagne di libri. E scrivevo anche, in piccoli quaderni, foglietti di appunti, angoli di diari. Volevo esprimermi in tutti i modi, e quello in cui ero più brava, era la scrittura, chiara, precisa, diretta. Troppo diretta. Volevo esprimermi, ma volevo anche sottrarmi al giudizio del mondo. Volevo parlare ma non volevo essere compresa, o almeno dovevo avere una via di fuga e poter dire "non parlare perché non mi comprendi". Smisi di scrivere. Iniziai a scattare delle foto dai bei colori, le iniziai a pubblicare e ricevere dei complimenti. "Complimenti per l'occhio". Cercai di comprendere a fondo quella frase, e iniziai a vederci una critica in essa. Elogiare l'occhio di un fotografo equivale a far complimenti per essere un buon lettore. Misi da parte anche la macchina fotografica. Mi diressi verso il cinema. Pensai che fosse la via giusta, potevo unire tutte le mie passioni e mi avrebbe portato per forza a "creare" qualcosa. Poi smisi di sognare e tornai a leggere.

Andy Denzler