Se si è
fortunati, già da piccoli si ha a casa una piccola biblioteca personale,
costruita nel tempo dalla propria famiglia. Probabilmente, entrando nel salotto,
al terzo ripiano di uno scaffale, troviamo quei libri grossi, un po’ pomposi,
dalla copertina spessa e rigida, con un nome tutto dorato e vari ghirigori
intorno. Più sotto ci sono le enciclopedie, loro si che sono esperte e
saccenti, ti parlano del mondo, di come’ è fatta l’Africa, di quanti abitanti
ha il Congo, e in quale anno l’Inghilterra ha litigato con la Francia. In un
angolo del muro a destra, ci sono, tutti insieme su di una mensola, quelli bravi
in medicina, mentre, appena un ripiano sopra, quelli dotti in economia. Cambiando
stanza, magari in una camera da letto, possiamo entrare invece un po’ più nell’intimo.
Appoggiato sul comodino c’è quell’autore particolare, di cui si conosce ogni
segreto; nella libreria-armadietto, Wolfe critica tra un caso e l’altro e senza
uscire dalle sue pagine, il vicino violinista; in basso, un paio di poesie da
leggere insieme alla luna, e infine non mancano quei libri che mai si è
riusciti a finire, e mai ci si riuscirà. Arriva poi un momento in cui si vuole
partecipare alla formazione di questa biblioteca (quella esistente non ci basta
più): una passeggiata in libreria, o ancora meglio , uno sguardo sulle
bancarelle, ed ecco che, aggiungendo qualche volume qua e là, inizia l’avventura.
Osserviamo le copertine – le quali, checché
se ne dica, un po’contano - l’anno dell’edizione, quale casa li ha prodotti, e
se c’è il commento di qualche intellettuale. Una volta convinti, li inseriamo
in qualche angolo di uno scaffale, cercando di non guastare l’armonia creata in
base agli autori, alle tematiche e, se siamo in salotto, alle copertine. E così
un po’ ne aggiungiamo, un po’ ne dimentichiamo. I libri assomigliano alle
persone. Puoi trovare quel tale, un po’ pesante, un po’ complicato, che dopo
venti pagine gli dici “basta! Che noia!”e magari perdi l’occasione di leggere
qualcosa d’importante; qualcuno, consigliato da un amico, ti colpisce con quell’incipit
promettente e poi si rivela una delusione; e poi ci sono quelli meravigliosi,
che ti portano nel loro mondo incantato, ti fanno sognare, quelli che ti fanno
piangere, e quelli stupidi, che proprio
non dicono nulla. Forse però leggere un libro è un po’ più semplice del conoscere
una persona. Un libro è finito, è sempre lo stesso, se ha un finale triste sarà
sempre triste. Oppure no? Non è in
realtà solo una parte del mondo di chi l’ha scritto, una piccola finestra sulla
sua vita? In ogni caso entri nel suo mondo. E poi scegli se lasciargli spazio
nel tuo, nella tua piccola biblioteca.
Nessun commento:
Posta un commento